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Michele Sovente è tra i poeti di maggiore spessore della letteratura di fine Novecento. Nelle sue opere troviamo costantemente la presenza del passato e il senso di appartenenza alla sua terra.

Sovente nasce nel 1948 a Cappella, una frazione del Comune di Monte di Procida, nella zona dei Campi Flegrei in provincia di Napoli. Cresce solamente con la madre, barista a tempo pieno, e il fratello poiché in giovane età perde il padre, un piastrellista emigrato in Francia, rappresentato nelle sue poesie come qualcuno di lontano.

Frequenta il Seminario di Pozzuoli, in seguito si laurea con una tesi sulla poesia di Eugenio Montale. Negli anni di studio si appassiona alla lingua latina, questo interesse lo condurrà a comporre uno dei suoi capolavori più noti, Cumae, prima opera in cui convivono tre lingue: italiano, latino e dialetto cappellese.

Collabora con giornali e riviste e dal 2004 si dedica ad una rubrica poetica per “Il Mattino” che prende il nome di Controluce, dove pubblica testi in lingua italiana.

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OPERE

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Nelle sue opere Sovente utilizza diverse lingue tra cui l’italiano, il latino e il suo dialetto natale, il “cappellese”. Nelle prime due raccolte, L’uomo al naturale (1978) e Contropar(ab)ola (1981) tratta principalmente temi politici e sociali utilizzando la sola lingua italiana. Nel 1980 si appassiona alla psicoanalisi, in particolare quella junghiana, si distacca quindi dai temi sociali e si apre a nuovi interessi, introducendo anche l’uso di un’altra lingua, il latino. Pubblica così, nel 1990, il poemetto bilingue Per specula aenigmatis; questa l’epigrafe: “Non sono stato io a scrivere in latino, ma è il latino a scrivere me”. Con questa affermazione il poeta vuole intendere che tutti noi siamo stati scritti dalla lingua latina e da essa discende la nostra storia. Il suo latino è moderno: non segue la metrica classica, ma introduce anche le rime, assenti nella poesia latina.

La svolta ed il successo arrivano nel 1998 con la pubblicazione di Cumae, opera con la quale vince uno tra i premi più prestigiosi per la poesia, il Premio Viareggio – Rèpaci, assegnato in precedenza a scrittori famosi come Eduardo De Filippo, Umberto Saba e Pier Paolo Pasolini.

Nel 2002 pubblica Carbones, opera trilingue in cui le poesie nei tre idiomi diversi hanno una nuova impaginazione: non più testi affiancati, ma versioni libere una dall’altra.

Nel 2005 Sovente sperimenta una nuova forma di espressione pubblicando Carta e formiche, un libro in cui affianca alle poesie dei disegni, che lui stesso realizzava.

Nelle ultime due raccolte, Bradisismo (2008) e Superstiti (2009), continua a esplorare il rapporto con il territorio flegreo e ad affinare la sua ricerca linguistica, arrivando ad usare lingue diverse in un solo componimento, con l’aggiunta, in alcuni casi,  del francese.

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RICONOSCIMENTI

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Negli anni il poeta ha ricevuto una serie di riconoscimenti: nel 1990 Radiotre trasmette il radiodramma In Corpore antiquo tratto dal suo Per specula aenigmatis, con la regia di Giuseppe Rocca; nel 1998 riceve il Premio Viareggio-Rèpaci sezione “Poesia” per il suo libro Cumae; nel 2001 la Giuria del Premio Elsa Morante- Comune di Bacoli, presieduta da Dacia Maraini, gli assegna uno speciale riconoscimento per la sua attività di poeta; nel 2008 riceve il premio leopardiano “La Ginestra”.

Una grande amicizia è quella che lo lega all’artista Guglielmo Longobardo, un’amicizia che poi sfocia in collaborazioni e attestati di stima. Un esempio è la pubblicazione del catalogo Longobardo che presenta opere dell’artista e componimenti del poeta.

Michele Sovente sfortunatamente si spegne a soli 63 anni nel Marzo 2011. Dopo dieci anni dalla sua morte il Comune di Monte di Procida, in suo onore, organizza una manifestazione che esalta la sua memoria e il suo vissuto. E in suo ricordo conserviamo tutt’oggi un murales situato a Cappella, in via Petrara, realizzato dall’artista Leticia Mandragora.

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