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Libro aperto

PER SPECULA AENIGMATIS

Nel 1990, Michele Sovente pubblica il poemetto bilingue, in italiano e latino, Per specula aenigmatis, con Garzanti Editore. I testi nelle due lingue diverse compaiono nella stessa pagina, ma non sono mai semplici traduzioni uno dell'altro, spesso il testo viene reinventato.

Si trattano, dunque, gli stessi contenuti con soluzioni diverse, come quando un pittore utilizza tecniche pittoriche differenti. L'italiano è di tono colloquiale, il latino si collega alle tracce antiche. Per specula aenigmatis non è soltanto il primo lavoro pubblicato da Sovente per una casa editrice prestigiosa come la Garzanti, ma anche la prima prova in cui all’italiano viene affiancato il latino.

L’opera non è divisa in sezioni e le poesie non hanno titolo, ma sono numerate alla latina per le poesie in latino e con numerazione araba per le poesie in italiano; si crea così una sola lunga narrazione enigmatica, piena di riferimenti al mito e alla storia: il flusso di paronomasie, i giochi di suono e i bisticci linguistici, creano legami tra il mondo antico ed onirico rappresentato dagli specula, e quello contemporaneo.

Il libro raccolse l’entusiasmo della critica: Andrea Cortellessa l’ha definita “una della avventure più rischiose e affascinanti della nostra poesia attuale[1]”; Giuseppe Rocca ne ha tratto un radiodramma dal titolo In corpore antiquo, andato in onda su Radiotre.

I temi principali dell’opera sono il rapporto con la storia romana dei Campi Flegrei, il mito, il contrasto tra passato e il presente e il legame tra la lingua latina e quella contemporanea.

Possiamo vedere alcune di queste caratteristiche in queste poesie: Epigrafe, Radici esplodevano sul mio cenotafio e Ergomet vates Sovente saepultam mei linguam.

 

 

[1] A. Cortellessa, Michele Sovente, lo specchio oscuro, in “La fisica del senso”, Fazi Editore, 2006, p. 485.

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